«Fu omicidio colposo», così si è espressa corte d’Appello nel processo per la morte di Santo Occhipinti, l’imprenditore di Ragusa, vita e lavoro a Gela, deceduto il 10 gennaio del 2013 sulla SS 115 Gela – Vittoria, mentre viaggiava alla guida della sua Mercedes «Classe E». La sua auto venne investita da una Ford «Focus» con a bordo un giovane di Gela, M.R. 52 anni, che viaggiava in senso di marcia opposto. Stamane la corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, condannando il cinquantaduenne gelese alla pena di un anno e 4 mesi. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione della corte d’Appello, presidente Pasqua Seminara, al termine di una breve camera di consiglio.

Occhipinti, ragusano di origine, aveva scelto Gela per le sue molteplici attività. La principale era l’Hotel «Sileno» del quale era contitolare e gestore. E quel pomeriggio aveva da poco lasciato l’albergo per recarsi a Ragusa quando trovò la morte. Piovigginava, la sua auto usciva da una semicurva e stava affrontando l’inizio di un rettilineo, quando venne investita dalla Focus. Morì sul colpo, aveva 72 anni.

Secondo la difesa dell’uomo alla guida della «Focus», sulla scena dell’incidente si sarebbe trovata una terza auto, una Fiat «Panda», che avrebbe inescato lo schianto.

Tesi smentita durante le fasi dibattimentali dal perito d’ufficio, l’ingegner Girolamo Vitellaro, il quale ha sempre ipotizzato che a causare l’incidente fu la velocità della Focus, oltre i limiti, e l’improvvisa perdita di controllo. Che ne causò l’impatto con l’incolpevole imprenditore.

Parte civile al processo i familiari di Santo Occhipinti, difesi e rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cammalleri del foro di Gela.

(Nella foto grande in alto la scena del terribile impatto sulla SS 115 Gela – Vittoria)