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GELA | Vertenza Archimede

Licenziamento fa salire la tensione, guardie ai fuochi incrociano le braccia. Stamane lo sciopero dei lavoratori


di Redazione

Licenziamento fa salire la tensione, guardie ai fuochi incrociano le braccia.
7 Gen 2020

Braccia incrociate e striscioni srotolati al vento stamattina davanti ai cancelli della raffineria. A protestare c’erano una trentina di lavoratori del servizio di prevenzione antincendio, quelle che nel vecchio lessico della fabbrica si chiamano guardie ai fuochi. E proprio i fuochi, stamattina, erano piuttosto accesi. I lavoratori si sono trasferiti poi sul lungomare, nei pressi della Capitaneria di Porto. A loro si sono uniti il segretario generale della Cgil, Ignazio Giudice, il segretario della Filt, Orazio Gauci, il segretario generale dell’Ugl, Andrea Alario, il rappresentante Rsu Ugl, Rocco Romano.

A fare salire la tensione è stato un recente licenziamento. «Per giusta causa» secondo l’azienda. «Assolutamente arbitrario» stante alla posizione della Cgil.

«È frustrante – dice Romano – quello che ci sta accadendo. Abbiamo fatto presente già in prefettura il calcolo errato della retribuzione mensile e delle ferie. Chiediamo, inoltre, una maggiore organizzazione del lavoro e il rispetto della turnistica. Soprattutto per ciò che attiene il giorno di riposo».

Tra i lavoratori, stamattina, si accennava anche a presunte verifiche del Tfr e della contribuzione.

«Se così fosse – dice Alario – sarebbe una violazione del protocollo di solidarietà. E non crediamo che Eni possa permetterlo. Quindi crediamo che si tratti più semplicemente di una vertenza che vada gestita con la buona volontà di tutti. Il fatto che l’azienda non abbia convocato l’incontro a due, come pattuito davanti al prefetto, non aiuta certamente alla soluzione della vicenda».

La protesta di stamane davanti alla Capitaneria di Porto

Eni, dal canto proprio, non pare intenzionata a mettere il classico dito nell’acqua calda. Stante a un pour parler tra fonti della Raffineria e sindacato, non intendono entrare nella vicenda non ritenendosi il “datore di lavoro” bensì la semplice committente. Ecco perché il report di quanto accaduto stamane verrà indrizzato a Confindustria e non a Eni, sperando che gli industriali possano aiutare a mediare, riportando la vicenda nell’alveo di una trattativa più serena e fattiva.

Ma qualche da questa vertenza è pure arrivato in fabbrica.

Oggi, a esempio, c’erano da sovrintendere alle operazioni di messa in pressione e riscaldamento della linea di scarico del petrolchimico. Le maestranze erano in sciopero e senza di loro le operazioni sono state sospese: la materia prima non è potuta transitare dalle condutture industriali.

«Non lavoriamo certo per gli scioperi – dice Giudice – ma per risolvere le vertenze e speriamo che ciò accada. Non crediamo esistano irregolarità contributive. Certo qualche problema di organizzazione c’è e vogliamo che venga risolto. Questa vertenza può essere gestita definitivamente e in tempi celeri. Ma ci vuole la volontà di tutti».

Stamane Today24 ha cercato di conoscere anche la posizione dell’azienda, contattando il responsabile, Domenico Fassari.

Due telefonate non hanno avuto risposta. Nell’ultima abbiamo lasciato un messaggio in segreteria, confidando in una replica o una dichiarazione. Restiamo in attesa.


Redazione
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