logo TODAY 24 Gela
Licata, IT
24°
Sunny
Premio

Una ricerca che vale il Nobel


di Emanuele Lo Blundo

Una ricerca che vale il Nobel
rubrica
5 Ott 2021

La settimana dei premi Nobel si è aperta con due medici e studiosi, premiati per le loro ricerche ventennali. Come ricorda Juleen Zierath, membro del consiglio per il Nobel e professoressa di Fisiologia del Karolinska Institutet in Svezia, i premi Nobel vengono assegnati secondo le chiare volontà di Alfred Nobel per “i maggiori benefici all’umanità”, in questo caso a carattere medico. I due ricercatori si sono distinti, nella loro vita accademica, nella ricerca e comprensione dei sistemi che regolano il senso del tatto del nostro corpo, in particolare per percepire il calore: Jules, dagli anni novanta, è riuscito da una parte, grazie ad una sostanza contenuta nel peperoncino – la capsaicina, responsabile del senso di piccantezza – a risalire alla proteina responsabile delle reazioni delle cellule umane, contenuta nelle membrane cellulari, al calore, battezzata TRPV1, dall’altra ad individuare nel DNA umano le sequenze che regolano la reazione delle cellule nervose allo stimolo della TRPV1. Con tecniche analoghe, Julius e Arden, in ricerche indipendenti l’uno dall’altro, sono riusciti a scoprire anche la proteina che regola la sensazione di freddo, chiamandola TRP8, e le sequenze di DNA che regolano altresì la reazione del sistema nervoso ad essa.
In seguito, i due ricercatori hanno rivolto le loro attenzioni ai meccanismi di percezione del tatto, in particolare della pressione della pelle quando entra in contatto con un altro corpo: non solo sono riusciti ad isolare due proteine, chiamate Piezo1 e Piezo2, responsabili della risposta nervosa, ma sono riusciti a capire come queste regolino anche la propriocezione del nostro corpo – la capacità di percepire il nostro corpo e il suo movimento nello spazio, come sono bel allenati a fare ballerini, atleti e attori – e la pressione sanguigna.
Il riconoscimento del Nobel va quindi a premiare queste ricerche, che svelano questi meccanismi che, nella quotidianità diamo come scontati e banali ma che invece hanno un funzionamento complesso che va compreso. In particolare, negli ultimi anni queste ricerche sono state utilizzate per lo studio delle malattie del sistema nervoso, soprattutto riguardo il dolore cronico.


Emanuele Lo Blundo
Appassionato da sempre di informatica, fisica, scienza e tecnologia, non disdegna i nuovi mezzi e produzioni della cultura pop. Sul suo comodino non può mancare un classico, un saggio o un romanzo fantasy.