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POESIA | Yuleisy Cruz Lezcano

Morti sul lavoro, Giovanni e Samuel. Storia diverse, stessa ferita che ci indigna e addolora


di Redazione

Morti sul lavoro, Giovanni e Samuel. Storia diverse, stessa ferita che ci indigna e addolora
news
23 Giu 2025

La morte di due lavoratori ha colpito la comunità locale, avendo una eco anche oltre Stretto. Un dolore senza fine per due persone che non ci sono più, spirate nel compimento del dovere. La scomparsa di Samuel Scacciaferro e Giovanni Sanfilippo hanno colpito la sensibilità di Yuleisy Cruz Lezcano, poetessa italiana di origini cubane, che ha dedicato a questa tragedia una poesia delicata e toccante. Che Today24 riceve e pubblica con piacere.

Miociti di dolore

Due scintille, nel tempo di un respiro,
Samuel e Giovanni, cellule isolate
nell’organismo febbrile del lavoro.
Ciascuno col proprio nucleo d’amore,
col proprio codice genetico di sogni,
ora spenti, ma attivi
nella rete della memoria.
Non sono morti da soli.
Ogni cuore che batte sotto un casco,
ogni palmo che regge un cavo scoperto,
emette ora impulsi sinaptici di sgomento,
trasmettendo il dolore a fibra continua,
in un sincizio di carne e rabbia
che non conosce confini geografici.
Samuel era luce, ma fu folgorato
Giovanni murava spazi
ma fu chiuso in un silenzio irreversibile.
Due traiettorie che biforcano la cronaca,
ramificazioni di una sola ferita,
che pulsa al ritmo dell’autoeccitazione mediatica:
notizia—oblio—notizia—oblio.
Ogni caduta è un’interruzione
del potenziale d’azione nel corpo sociale:
i tessuti familiari si contraggono
e si strappano, ma non guariscono.
Le giunzioni comunicanti
tra una madre e una vedova,
tra colleghi sopravvissuti e figli rimasti,
creano una rete miocardica del lutto
che si contrae all’unisono.
Figure retoriche si uniscono come sinapsi:
il “diritto alla sicurezza” ossidato come un bullone,
la “speranza di un domani” diventata cortocircuito.
Ogni slogan sindacale è un’onda riflessa
che risente la modulazione del dolore reale,
quel dolore che non ha lingua,
ma piange in tutti i dialetti.
Non sono due casi.
Sono un tessuto infiammato,
sono necrosi professionale,
sono cromosomi spezzati
di una specie che continua a scegliere
il profitto sopra il battito.


Mi chiamo Yuleisy Cruz Lezcano, sono una poetessa, e questa poesia nasce da un’urgenza interiore: la necessità di dare voce e forma al dolore muto delle famiglie che hanno perso i propri cari sul posto di lavoro. La morte di Samuel Scacciaferro, 26 anni, e di Giovanni Sanfilippo, 60 anni, entrambi folgorati in pochi giorni in Sicilia, mi ha colpita profondamente. Non sono solo nomi di cronaca: sono esistenze spezzate, sogni interrotti, battiti di cuore che si sono spenti dove si doveva costruire, non distruggere. Attraverso la poesia cerco di restituire umanità e profondità a queste tragedie, che troppo spesso vengono inghiottite dal ciclo sterile della notizia veloce. Ho scelto un linguaggio carico di simbolismi biologici, immagini poetiche e metafore scientifiche, per raccontare il corpo collettivo di una società che soffre, che si ammala, che si lacera ogni volta che un lavoratore muore. I simboli cellulari — nuclei, miociti, giunzioni comunicanti, propaggini — richiamano la struttura del cuore e della memoria condivisa. Ognuno di noi è una cellula in questo tessuto sociale. Quando una viene colpita, l’intero organismo vibra, si contrae, soffre. E se non lo sente, è perché sta morendo anch’esso, nell’indifferenza. Il biforcarsi delle storie, l’autoeccitazione della cronaca (che va e viene come un impulso nervoso), sono immagini che denunciano la ciclicità dell’attenzione pubblica e istituzionale, che si accende solo per spegnersi subito dopo, lasciando le famiglie sole, con domande senza risposta. Scrivendo questa poesia, ho accolto dentro di me il dolore delle madri, delle mogli, dei colleghi. È un dolore che non mi appartiene, ma che sento come mio, perché la poesia non è solo parola: è empatia, è lotta, è memoria viva. Con questa poesia desidero sensibilizzare, commuovere, smuovere le coscienze, affinché nessuno pensi più che la sicurezza sul lavoro sia un lusso. La sicurezza è un diritto, non un’opzione. E nessuna famiglia dovrebbe conoscere la tragedia di un figlio, un marito, un padre che esce per lavorare e non torna più.
Spero che queste parole possano diventare una scossa alternativa, non elettrica, ma etica, per tutti.
Con dolore e rispetto,
Yuleisy Cruz Lezcano(*)

(*) Nata a Cuba nel 1973, vive in Italia dove lavora in sanità pubblica. È laureata in Scienze Biologiche, ha conseguito la Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetricia, e sta frequentando un Master di secondo livello sulla violenza. Poetessa, scrittrice e traduttrice, scrive per passione e porta avanti un progetto itinerante che usa l’arte e la cultura come strumenti di prevenzione e contrasto alla violenza, promuovendo nuovi modelli di relazione. Collabora con diversi giornali e blog. Ha pubblicato 18 libri.


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Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.