Stop a padrini e madrine ai battesimi, la chiesa ne parla e in alcune diocesi il precetto potrebbe già divenire legge. Così la notizia rimbalza fino agli stati uniti e occupa le pagine del New York Times con un ampio servizio sulla notizia che alcune diocesi della Sicilia abbiano deciso, come avviene anche in altre parti d’Italia, di «sospendere» la figura di madrine e padrini ai battesimi. Il giornale americano cita tra gli altri il caso di Catania dove il bando ai padrini sarebbe stato deciso a partire da questo weekend di ottobre. «È un esperimento» spiega al Nyt il vicario generale di Catania, monsignor Salvatore Genchi.

Al momento nessuna decisione in tal senso è stata presa in seno alla diocesi di Piazza Armerina, quindi per la città di Gela, dove padrini e madrine potranno salire regolarmente all’altare durante i battesimi.

Il quotidiano di New York ha anche sentito alcune famiglie contrarie a questa decisione. Ma parte del clero siciliano sarebbe sostanzialmente d’accordo sul fatto che la figura del padrino abbia perso nella maggior parte il suo valore di accompagnamento alla fede. Anzi, in alcuni casi estremi, sarebbe un mezzo per stringere rapporti con una famiglia o un clan. Nell’articolo viene citato anche il vescovo calabrese Giuseppe Fiorini Morosini che riferisce che nel 2014, quando era vescovo di Reggio Calabria, per contrastare i legami della ‘ndrangheta, chiese al Vaticano, di poter sospendere la presenza di padrini ai sacramenti. L’allora sostituto della Segreteria di Stato, il cardinal Angelo Becciu, rispose – secondo quanto Morosini dice al New York Times – che dovevano prima essere d’accordo tutti i vescovi della Calabria. E quindi in quel momento non fu possibile prendere una decisione in tal senso.