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Niscemi, la crisi non perdona nessuno. Pure «Figaro» costretto a ritoccare i prezzi


di Alberto Drago

Niscemi, la crisi non perdona nessuno. Pure «Figaro» costretto a ritoccare i prezzi
attualità
11 Ott 2022

La crisi economica si acuisce anche a causa dei forti rincari delle bollette dell’energia elettrica e del gas recapitate a attività produttive, agricole, commerciali, artigianali, negozi, pubblici esercizi ed a famiglie di lavoratori autonomi, di dipendenti pubblici e piccoli pensionati e salariati. Un malessere economico delle partite Iva e delle famiglie che impensierisce e dilaga sempre più e che di conseguenza continua a determinare gradualmente altri rincari in vari settori lavorativi per l’impossibilità di potere sbarcare il lunario e difendersi dal caro vita.
Ma a rischiare di pagarne le conseguenze sono soprattutto i piccoli pensionati, salariati e le famiglie monoreddito che vivono di pensioni e stipendi che non subiscono aumenti o caratterizzati da incrementi irrisori.
Già si era registrato un rincaro dei prodotti alimentari e del prezzo del pane a 4 Euro il chilo (1 Euro a quartino) anche in città, e nei supermercati i carrelli della spesa vengono riempiti in quest’ultimo periodo dagli acquirenti prevalentemente di pacchi di pasta, poiché costa meno e di prodotti offerti con gli sconti.
Ma a rincarare adesso in città e da oggi così come reso noto da un parrucchiere per uomo in rappresentanza dell’intera categoria della città, sono i prezzi delle acconciature maschili.
Da oggi il taglio capelli costa nelle sale delle acconciature maschili della cttà 10 Euro, la barba 4 Euro, la barba modellata 5 Euro, lo shampo 3 Euro, la cura delle sopracciglia 3 Euro, il taglio dei capelli a bambino 8 Euro, la pulizia del viso 15 Euro e piastra 4 Euro.
“Stiamo aumentando i prezzi sul nostro lavoro,” spiega un parrucchiere per uomo della città a malincuore ”quel tanto che basta per fronteggiare meglio l’aumento dei costi giornalieri di gestione delle nostre sale a cui siamo soggetti.
Ci dispiace questo ma siamo stati costretti a rincarare i nostri servizi, ma senza scopi speculativi”.
Intanto capita pure di incontrare anziani con le lacrime agli occhi per le bollette dell’energia elettrica salatissime: “io e mia moglie” racconta un nonnino strozzato da un nodo alla gola “abbiamo una pensione di 500 euro ciascuno circa mensili.
Ci è stata recapitata a casa una bolletta dell’energia elettrica con un importo di 700 Euro e ancora aspettiamo quella del gas.
Ci sentiamo poveri e non possiamo più nemmeno comprarci il pane”.


Alberto Drago
Giornalista pubblicista, niscemese doc, ha lavorato in varie redazioni locali e regionali, contribuendo negli anni Novanta alla nascita di Antenna Sud. Impegnato nel volontariato con l’associazione nazionale Carabinieri. Collabora con il quotidiano La Sicilia. Ha fondato e diretto il periodico “L’Appunto”.