All’alba del 28 giugno di quattro anni fa una bufera giudiziaria si abbattè sull’ex sindaco, Francesco La Rosa, sul suo assessore ai Lavori pubblici, Carlo Attardi. Avevano governato il comune fino a pochi giorni prima. Durante un blitz i due finirono ai domiciliari, altri soggetti furono arrestati. Stamane il pubblico ministero, Luigi Leghissa, sostituto della Direzione distrettuale antimafia, ha chiesto al Tribunale di Gela, condanne per complessivi 38 anni di reclusione, nei confronti dei due ex amministratori comunali, accusati di aver stretto un patto politico mafioso con esponenti della criminalità in cambio di sostegno elettorale. Nel dettaglio, il pm ha chiesto la condanna a 4 anni per l’ex sindaco La Rosa, difeso dall’avvocato Giuseppe D’Alessandro, con interdizione temporanea dai pubblici uffici e riconoscimento delle attenuanti generiche; per Calogero “Carlo Attardi”, gelese, difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, condanna a 6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici; stessa richiesta di condanna per il padre di quest’ultimo, Giuseppe Attardi, imprenditore gelese, difeso dall’avvocato Sinatra; per il niscemese Francesco Spatola, difeso dall’avvocato Strano Tagliareni, condanna a 7anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, 2 anni di misura di sicurezza, con l’aggravante dell’associazione mafiosa, riconoscimento delle attenuanti generiche; stessa richiesta per il gelese Francesco Alesci; per i niscemesi Giuseppe e Salvatore Mangione (fratelli), difesi dagli avvocati Enzo ed Enrico Trantino, condanna a 4 anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Al termine della requisitoria, la preisidente del Tribunale, Miriam D’Amore ha fissato le udienze del 14 e 21 luglio prossimo per le arringhe della difesa. L’accusa ha ipotizzato l’esistenza di un patto politico mafioso, stipulato alla vigilia delle elezioni amministrative del 2012, che avrebbe favorito la scalata dell’ex sindaco Francesco La Rosa, sostenuto dalla lista civica “La Rosa Sindaco” (che prevalse per pochi voti sul primo cittadino uscente, Giovanni Di Martino), e l’elezione del consigliere Calogero “Carlo” Attardi, poi divenuto assessore dei Lavori pubblici. Nell’operazione “Polis”, vennero coinvolti anche il niscemese Giancarlo Giugno e il gelese Salvatore Ficarra, già condannati con il rito abbreviato. .