Era il 2019 quando ebbero inizio i lavori di ristrutturazione dell’antico mulino del quartiere Trappeto, comprendenti la rimessa in funzione dello stesso con i rurali sistemi delle macine dei grani a pietra ed a cilindri, tipici dell’antica civiltà contadina ed artigiana. Un mulino storico chiuso e dismesso da tantissimi anni e che indusse il dottor Vincenzo Ferranti, laureato in Food Marketing e strategie commerciali e l’ingegnere Francesco Di Puma ad acquistare l’intero immobile rurale con la finalità di ristrutturarlo e riattivarlo. Lavori che sono stati completati e in seguito ai quali, l’antico opificio, sito in via Gaetano Piscopo 8, sarà inaugurato stasera.
Un antico mulino quello del Trappeto, sempre caro e radicato nella memoria delle persone più anziane e dell’hinterland, poiché da bambini, si recavano insieme ai loro padri, a macinare i grani per ricavarne farina genuina con la quale poi le massaie preparavano impastandola nelle gramole (scanaturi in dialetto), la pasta ed il pane di casa ed altri prodotti tipici locali di antiche ricette contadine.
“La finalità del progetto” spiega Vincenzo Ferranti, “è stata quella di riportare il Mulino al suo antico splendore con l’obiettivo di rivalorizzarlo e promuoverlo nel territorio, tutelando la biodiversità dei grani siciliani e per riscoprire le tradizionali modalità di produzione.
Per questo abbiamo scelto il nome “Molino bel Trappeto” poiché racchiude in sé tutti i valori individuati nel brand e che comprende la riproposta del nome del quartiere “Trappeto” con cui la comunità ha sempre identificato il Molino.
Con la locuzione “bel” si intende rafforzare il senso di appartenenza richiamando il Belvedere che si affaccia nella Piana di Gela”.
Uno dei congegni antichi del Mulino preposti alla macinazione del grano sarà donato al Museo civico.
Il nuovo Mulino sarà anche aperto alle visite delle scolaresche.