Niscemi, vandalizzata piazzetta simbolo della lotta alla mafia. Il sindaco: già ripulita, vigileremo
di Alberto Drago

Beni comuni e della memoria storica, sociale e culturale della città, simbolo di impegno di lotta alle mafie, che per la cronica mancanza di senso civico e dell’appartenenza, come spesso accade, non vengono considerati come propri. Complici, l’indifferenza collettiva, l’inciviltà, l’assenza di qualsiasi forma d’indignazione e di chi possibilmente, pur notando i vandali in azione, preferisce farsi i fatti propri pensando “ma a mia cu mu fa fari…a megghia parola e chidda chi nun si rici…orbu surdu e mutu”.
Fenomeni di analfabetismo funzionale dilagante, che impediscono ovunque di intervenire attivamente nella società per salvaguardare i beni comuni di cui sono proprietari tutti i cittadini, anche gli indifferenti ed i vandali, che inconsapevoli del loro ignorante autolesionismo, fanno festa.
E poco importa se a danno di una piazza dell’abitato arredata col verde, intitolata alla memoria di Giuseppe Cutruneo e Rosario Montalto, i due bambini di 8 ed 11 anni che il 27 agosto del 1987, in via Turati, vennero colpiti mortalmente, mentre giocavano sulla strada, dai proiettili vaganti esplosi dalle armi di due clan malavitosi rivali che si inseguivano con le auto.
Gli ignoti devastatori, hanno fatto sparire dalla piazzetta pure i cartelli con i nomi dei due bambini uccisi, i cestini per il deposito dei rifiuti dai pali di sostegno, distrutto i sedili di pietra, alcuni cordoli delle aiuole e come se non bastasse, stanno danneggiando pure la pavimentazione della strada sita davanti ai cancelli d’ingresso del plesso scolastico di via Calatafimi intitolato alla memoria dell’illustre poeta Mario Gori.
Un’offesa alla cultura ed anche ad una scuola, centro di educazione ai valori della legalità e di istruzione dell’infanzia e primaria.
La scuola Mario Gori: con i giardini antistanti disastrati e con la memoria di due vittime di mafia innocenti, che i vandali, probabilmente adolescenti di famiglie che sono assenti nei processi educativi dei figli, hanno reso dimenticata con l’asportazione dei cartelli d’intitolazione.
A segnalarlo è Lino Mastrantonio, poliziotto in quiescenza che crede nella legalità e nella lotta antimafia, autore di un videoclip per denunciare il caso al sindaco e alle autorità.
«Penso che la memoria delle vittime innocenti – afferma – della barbarie mafiosa vada praticata tutti i giorni e non solo il 21 marzo portando i bambini in piazza; quegli stessi bambini che non sanno di frequentare una scuola il cui giardino antistante è intitolato a due loro eterni coetanei. Intitolazione avvenuta con tanto di formale cerimonia e presenza di autorità, alla memoria dei due innocenti, per ricordare a tutti che la mancanza di umanità, di civiltà, di rispetto per gli altri produce dolore e distruzione. Ebbene, la perdita di memoria e l’inciviltà senza controllo, stanno distruggendo il suddetto giardinetto ed il ricordo che dovrebbe essere quotidiano. Solo cartacce, rifiuti e bottiglie rotte riempiono pericolosamente i vialetti e gli spazi verdi del giardinetto, mentre le strutture esistenti sono oggetto di quotidiana, anzi serale, distruzione e rovina senza controllo alcuno. Uno scempio – conclude – in un luogo di memoria e rara area verde che dovrebbe essere tutelata e valorizzata ogni giorno, per non perdere il senso di umanità e civiltà che rappresenta. Essere impegnati nella costruzione di nuovi luoghi di svago e di valorizzazione civile».
Pronta la risposta del sindaco, Massimiliano Conti.
«L’area del giardinetto antistante la scuola è già stata ripulita da tutte le sporcizie e lunedì, la targa d’intitolazione della piazzetta in memoria dei due bambini Giuseppe Cutruneo e Rosario Montalto, vittime innocenti della mafia, sarà nuovamente ricollocata nel luogo. Purtroppo i vandali l’hanno completamente distrutta, ma quello che è certo, che saranno intensificati sul luogo i controlli per impedire ai vandali di continuare con i loro raid devastanti. Tutti, abbiamo il dovere di contribuire a salvaguardare i beni comuni, perché sono proprietà di tutti. La famiglia deve costituire la prima agenzia educativa ed impegnarsi costantemente nel processo educativo dei figli, specialmente in età adolescenziale. Compito importantissimo che non può essere lasciato soltanto alla scuola ed alle altre agenzie educative».
