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CARABINIERI | Omicidio Lamaj

Riesi: cadavere nella villa di Senago, scatta il sesto arresto. In carcere l’esecutore materiale del delitto


di Redazione

Riesi: cadavere nella villa di Senago, scatta il sesto arresto. In carcere l’esecutore materiale del delitto
cronaca
13 Ott 2020

I Carabinieri di Caltanissetta e Monza, al termine di una complessa attività investigativa, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Monza nei confronti di Salvatore Tambè, 45 anni, già agli arresti domiciliari per aver fatto parte del clan locale di Cosa nostra. L’uomo sarebbe responsabile dell’omicidio di Astrit Lamaj, 41 anni, albanese, scomparso nel 2013 a Genova; il corpo era stato murato in una villa di Senago, in provincia di Milano, menttre il delitto sarebbe stato commesso a Muggiò (Monza – Brianza). L’attività, coordinata dalla Procura di Monza, nasce nel 2018, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e rappresenta lo stralcio di un procedimento penale che ha visto coinvolti altri 5 coindagati, già destinatari, nel marzo 2019 e per gli stessi fatti, di una precedente ordinanza di custodia cautelare. L’indagine ha consentito di accertare il coinvolgimento di Tambè, in qualità di esecutore materiale, nell’omicidio e nel successivo occultamento del cadavere del cittadino albanese.
Sembrerebbe che a commissionare l’omicidio fosse stata una donna di 64 anni, commerciante di gioielli che, all’epoca dei fatti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era stata derubata dalla vittima che aveva interrotto anche la relazione sentimentale. Oltre alla donna, all’epoca erano stati fermati altri tre uomini, tutti italiani, con l’accusa di aver ucciso la vittima, murandola in un pozzo artesiano. Gli arrestati erano tutti risultati legati alla criminalità organizzata: la donna era stata fermata vicino all’aeroporto di Genova.
La svolta nelle indagini era stata possibile solo grazie alle dichiarazioni di un pentito nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta: senza il suo contributo probabilmente non sarebbe mai stato individuato il pozzo artesiano né trovati i resti della vittima.
La partecipazione di Salvatore Tambè, si spiegherebbe con il suo legame con la cosca mafiosa dei Cammarata, ed è stato indicato come affiliato dallo stesso collaboratore di giustizia.
L’arrestato, che è stato associato al carcere di Caltanissetta:

  • si trovava a casa, agli arresti domiciliari, per aver fatto parte dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra” ed in particolare della famiglia di Riesi;
  • era riuscito a crearsi un alibi già il giorno dell’assassinio del Lamaj, fornendo all’ignaro socio in affari una motivazione – poi risultata falsa – per essersi allontanato da una rivendita di ricambi per autovetture dove lavorava;
  • nella circostanza, aveva falsamente rappresentato di doversi recare con urgenza presso un Ufficio Postale in orario compatibile con la commissione dell’omicidio.

Redazione
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