Rivoltelle e munizioni, il mini arsenale del presunto boss Massimino. Condanna a 7 anni confermata anche in Appello
di Redazione

Sette anni e 4 mesi al presunto boss Antonio Massimino, 52 anni, agrigentino, attualmente al 41 bis, coinvolto nell’operazione «Kerkent». Condanna confermata dai giudici della corte d’Appello di Palermo che lo hanno però assolto dall’accusa di ricettazione e detenzione di due penne a pistola. Assolto per non avere commesso il fatto, il nipote. Gerlando Massimino di 27 anni. I due erano stati arrestati dopo la scoperta di un arsenale, nei pressi della casa di campagna di Massimino, a poca distanza dal Villaggio Mosè. I magistrati della corte d’Appello hanno in parte riformato la sentenza emessa nel gennaio 2020 dai giudici del tribunale di Agrigento. Massimino era stato arrestato il 5 febbraio del 2019 mentre si trovava assieme al nipote, bloccati dai carabinieri dopo che erano stati filmati davanti all’abitazione del presunto boss. Dentro a un sacco, sotterrato e coperto da fogliame, erano state trovate una pistola calibro 7,65, con la matricola abrasa, una pistola con caricatore, completo di sei cartucce, inserito e dunque verosimilmente pronta all’uso, 200 munizioni di vario calibro e due penne a pistola.
