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POLIZIA

Armi da fuoco, ritirati 150 tra pistole e fucili. Saranno inviati alla rottamazione


di Redazione

Armi da fuoco, ritirati 150 tra pistole e fucili. Saranno inviati alla rottamazione
attualità
5 Lug 2022

La divisione Polizia amministrativa è impegnata da mesi a eseguire controlli sui detentori di armi comuni da sparo residenti in provincia al fine di verificare il rispetto delle norme previste in materia. Negli ultimi mesi sono state ritirate cautelarmente circa 30 armi da fuoco a soggetti segnalati nel corso dell’attività di polizia giudiziaria per liti in famiglia e maltrattamenti (codice rosso). Tra quelle ritirate e quelle versate spontaneamente da soggetti che le detenevano, sono state inviate alla rottamazione 150 armi, 60 pistole e 120 fucili. Dal 14 settembre 2019, infatti, chi detiene armi deve presentare ogni cinque anni il certificato medico d’idoneità psicofisica alla detenzione; in pratica lo stesso certificato richiesto per il rilascio del nulla osta all’acquisto, previsto dall’art. 35 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

La certificazione dovrà attestare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero non risulti assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti e psicotrope oppure abusare di alcol.

Il certificato medico è rilasciato dall’ufficio medico legale delle Asp o da un medico militare, della Polizia di Stato o del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il richiedente, sottoponendosi agli accertamenti, è tenuto a presentare un certificato anamnestico, rilasciato dal medico di famiglia, di data non anteriore a tre mesi.

Sono esentati dall’obbligo di presentazione i detentori che siano anche titolari di licenza di porto d’armi (caccia, sportivo, porto difesa personale) in corso di validità. In caso di licenza non più rinnovata, i cinque anni decorrono dalla scadenza dell’ultimo rinnovo.

Le persone che non consegnano il certificato agli uffici di Polizia (Questura per i residenti nel capoluogo o ai commissariati di Gela e Niscemi) o alla Stazione dei Carabinieri che avevano ricevuto le denunce di detenzione, riceveranno una diffida per la presentazione del certificato stesso. Se nei successivi 60 giorni la certificazione non sarà presentata, le armi saranno ritirate cautelarmente dalle Forze di Polizia e saranno segnalati al Prefetto per la successiva emissione del divieto detenzione armi.

Nel caso in cui il detentore non voglia più la disponibilità dell’arma e non trovi una persona munita d’idoneo titolo di polizia cui cederla, anche a titolo gratuito, potrà richiedere agli stessi uffici di Polizia o ai Carabinieri il ritiro per la successiva rottamazione.


Redazione
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