«Santa Maria», nuovi arrangiamenti e un video emozionante per il brano di Ferranti
di Alberto Drago

È stato realizzato con nuovi arrangiamenti musicali ed emozionanti filmati di emigranti in partenza nelle stazioni ferroviarie e con la valigia di cartone il videomusicale intitolato “Santa Maria” che in un primo momento il cantante niscemese Salvatore Ferranti (in arte “Totò Battisti), aveva musicato e cantato nel mese di novembre dell’anno scorso soltanto con la sua chitarra di legno ed in dialetto niscemese. Il testo del brano, una poesia scritta in vernacolo dal professor Gaetano Groi, docente di educazione tecnica in pensione, era già stato musicato e trasformato in canzone da Totò Ferranti ed ora è stato arricchito con nuovi arrangiamenti musicali in uno studio di registrazione e con montaggi video di Silvio Cannizzo, componente e fondatore della storica band dei The Apples (le mele).
Una composizione musicale “Santa Maria” che riprendendo l’antica denominazione della città di Niscemi, è dedicata al fenomeno dell’emigrazione.
Una piaga sociale del Sud l’emigrazione che sin dagli anni 50 si è verificata anche in città e che è ripresa nuovamente negli anni 90 e che per la crisi economica, si è acuita ancora di più fino ai tempi odierni, determinando un continuo spopolamento.
Sono tanti i giovani, persone di mezza età ed intere famiglie che continuano a lasciare la città per andare a lavorare nel nord Italia ed all’estero.
E la canzone infatti, ascoltabile all’indirizzo https://youtu.be/qD8zvB6sfpI prende lo spunto dal dramma delle partenze con “Ti salutu Roccu, ti salutu Tanu, salutimi a Peppi e Turi. Parti cuntenti ri lu so paisi n’ cerca ri furtuna e amuri.
Ti salutu patri, ti saluti matri, ti salutu Turi, ti salutu Tanu e salutatimi a Cicciu, Roccu e Santa Maria”.
Lontananze quelle dell’emigrazione anche coniugali e di possibili rotture matrimoniali.
La canzone fa anche riferimento a questo aspetto con il testo: ”parti ccu gioia, curaggiu e amuri, nun trova cchiu l’ amuri veru ri li so cari, ma trova na nova fiamma ccu tanti rosi e sciuri a lu sbucciari”.
