Ci sarebbe la longa manus dei clan dietro a un giro di raccolta delle scommesse. Un’indagine che, nella notte, ha avuto una svolta con l’esecuzione dell’operazione «Apate». La Dia, su ordine della procura di Catania, ha eseguito il sequestro di 38 centri di scommessa in cinque diverse province siciliane: Catania, Agrigento, Messina, Enna e Siracusa. Nel provvedimento giudiziario anche patrimoni aziendali, beni mobili e immobili, conti correnti e rapporti finanziari per un valore di oltre 30 milioni di euro. La rete controllava il gioco d’azzardo e le scommesse. Tredici arrestati, 65 indagati, alcuni dei quali ritenute vicine ai clan Santapaola, Cappello e Bonaccorsi-Carateddi. I reati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attivitò di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’intestazione fittizia di beni. Sul campo stanno ancora operando circa 150 investigatori e operatori della Direzione investigativa Antimafia con il supporto di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza e l’ausilio di un elicottero della Polizia di Stato.

In azione anche l’Interpol poiché uno dei sequestri è stato emesso a carico di un uomo che da fine 2020 si era trasferito in Spagna.

La rete di scommesse abusive online operava su varie piattaforme utilizzando agenzie e punti di raccolta riconducibili a società con sede in Bulgaria, Austria e nella Repubblica di Malta. Tredici i soggetti sottoposti a misura cautelare, uno dei quali in carcere, gli altri 12 agli arresti domiciliari. Al principale indagato, ritenuto a capo della rete, un imprenditore vicino ai Santapaola e Cappello, viene contestata anche la violazione della sorveglianza speciale. Secondo gli inquirenti, grazie anche ai favori dei clan, avrebbe sviluppato l’attività imprenditoriale prima nel settore slot e dei videopoker e poi nel gioco on line, riuscendo a estendere la propria area d’influenza in varie aree della Sicilia controllate da Cosa Nostra e da altri gruppi criminali, installando i propri apparati per giochi elettronici e online.

Durante le indagini è emerso che il presunto dominus dell’organizzazione garantisse il mantenimento di familiari di un esponente di primissimo piano del clan Santapaola.

La rete criminale – secondo i magistrati – usufruiva, in via principale, delle piattaforme online Asso, Vegas, Vegasbet, Netslot.net – Netslot.eu, Imperium-games.net (cosiddette total black, in quanto sprovviste di qualsiasi autorizzazione dell’Agenzia dei Monopoli) destinate apparentemente al gioco a distanza, ma adibite in realtà alle scommesse da banco.

Diverse agenzie venivano gestite direttamente da soggetti collegati alla criminalità o controllate tramite loro familiari o soggetti a loro collegati.