Scorie radioattive tra Riesi e Butera, Chiantia: «Se lo scordino, 22 sindaci della provincia pronti a dare battaglia»
di Redazione

Il territorio comunale è quello di Butera ma l’area del deposito di scorie nucleari è stato localizzato poco lontano da Riesi. Pochissimi chilometri dall’abitato. Lo rivela la mappa delle discariche di rifiuti potenzialmente radioattivi che saranno realizzate su tutto il territorio nazionale, da nord a sud. Il Governo ha infatti tolto il segreto e ha pubblicato la Cnapi, Carta nazionale delle aree più idonee sulle 67 selezionate. E sulla planimetria c’è una chiazza di colore viola che indica l’area localizzata in territorio di Butera, appunto tra Butera e Riesi, classificata con la sigla CL18.
Il 30 dicembre la Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto il nullaosta del Governo e nella notte tra il 4 e il 5 gennaio ha pubblicato sul sito web https://www.depositonazionale.it/ la documentazione completa, il progetto e la carta segretissima, attesissima e temutissima per anni, tenuta dal 2015 sotto riservatezza assoluta con minaccia di sanzioni penali per chi ne rivelasse dettagli.

Le “aree potenzialmente idonee” delineate sulla carta Cnapi potrebbero ospitare quindi i siti di rifiuti radioattivi, rifiuti che oggi sono distribuiti dal Piemonte alla Sicilia in una ventina di depositi locali.
Non la bomba di Hiroshima ma depositi nei quali dovranno essere stoccati scarti di produzione industriale, case farmaceutiche, materiale utilizato per la diagnostica. E, ovviamente, ambientalisti e comitati sono pronti a far valere le loro posizioni. Ma più di loro a essere irritati sono i sindaci della zona. In particolare quello di Riesi, Salvatore Chiantia, che annuncia battaglia su tutte le sedi, politiche e giurisdizionali.
«Questa – dice Chiantia (nella foto rotonda, in alto) – è una brutta notizia per il nostro territorio, per la nostra economia e per la nostra società. Tutto ciò è assurdo, non lo possiamo permettere. Questa è un’area dove nel solo raggio di un chilometro ricadono 1500 ettari di Nero d’Avola, 500 ettari di pesche e albicocche, 300 ettari di uva Italia, Black Rose, la tenuta feudo Principi di Butera di Zonin, le Cantine La Vite di Riesi, la tenuta viticola della Cusumano Vini, la tenuta della Corvo Duca di Salaparuta, 3 dei più grossi stabilimenti di lavorazione della frutta della Sicilia e tanto, tanto altro ancora. Chi propone questi siti non sa neppure di cosa parla. Non lo permetteremo mai perché fare ciò significa fare morire economicamente, ambientalmente e socialmente il nostro territorio. Per non dire che l’area è a due chilometri da Falconara e di tutta la costa tra Gela e Licata, alla faccia dello sviluppo turistico del nostro territorio. Se si verifica possiamo chiudere Riesi. Abbiamo già convocato una riunione con tutti i 22 sindaci della provincia di Caltanissetta».
