Usura con tassi al 10 per cento mensile, due imputati a giudizio. Rete per la Legalità sarà parte civile
di Redazione
Una storia di cronaca che riguarda un comune della provincia di Agrigento ma parte da un segnale forte dato dalla Rete per la legalità, animata e sospinta in provincia di Caltanissetta e soprattutto a Riesi dall’imprenditore Eugenio Di Francesco. Oggi ad Agrigento si è tenuta l’udienza preliminare
a carico di due fratelli imputati di usura e tentata estorsione ai danni di
alcuni imprenditori di Canicattì. Secondo l’accusa avrebbero preteso interessi usurari pari al 10 per cento mensile con un danno per le parti offese di svariate diverse decine di migliaia di euro. Uno dei due fratelli accusati si trova in carcere, nel capoluogo agrigentino, l’altro è ai domiciliari. Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Elenia
Manno e dai Carabinieri. Presenti in tribunale – in segno di vicinanza alle vittime il vicepresidente nazionale di Sos Impresa, Pippo Scandurra, il coordinatore regionale della Rete per la Legalità, Pippo Foti ed Eugenio Di Francesco. Il Gup, Stefano Zammuto, ha accolto la costituzione di parte civile di due vittime, entrambi imprenditori, difesi dall’avvocato Calogero Meli, del Foro di Agrigento e dell’associazione Antiracket e
Antiusura Sos Impresa Sicilia, presieduta da Matteo Pezzino (avvocati Fausto Amato e Natalija Bukumirovic, entrambi del Foro di Palermo), contro l’opposizione della difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni Salvaggio di Agrigento e Francesco Marchese di Catania). L’udienza è stata rinviata al 24 luglio per l’interrogatorio dell’imputato detenuto e la scelta del rito del processo.