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Vertenze calde al petrolchimico, braccio di ferro tra Tuv Sud e sindacato. In Sudelettra si va verso il licenziamento collettivo


di Redazione

Vertenze calde al petrolchimico, braccio di ferro tra Tuv Sud e sindacato. In Sudelettra si va verso il licenziamento collettivo
attualità
10 Gen 2020

Tre vertenze calde nel comparto indiretto del petrolchimico, nervi scoperti che coinvolgono svariate decine di maestranze. Oggi la prima parte della giornata si è vissuta in prefettura, alla presenza dei rappresentanti di Eni (la committente) e Bytest. Al tavolo c’erano anche i delegati di Confindustria, Fiom, Fim e Uilm.

Tuv Sud Bytest

La società torinese rimane sulle posizioni iniziali: in sostanza conferma i trasferimenti delle 10 unità. I lavoratori contestano questa decisione poiché li esporrebbe a spese insostenibili.

A dirla a denti stretti maestranze e sindacati imputano una sorta di messa con le spalle al muro che aprirebbe la porta all’ipotesi licenziamento / dimissioni. Così se l’azienda di Volpiano sembra irremovibile, i lavoratori confermano le azioni di lotta e il bracci di ferro sembra a un punto critico.

«Lo scontro non serve – dice Angelo Sardella, segretario provinciale della Fim Cisl – non abbandoneremo la strada del dialogo».

A tentare la mediazione, stamane in prefettura, c’era il capo di gabinetto, Fabio Malerba.

La vertenza riguarda complessivamente 10 lavoratori.

Maestranze che, secondo i delegati sindacali, andrebbero gestiti nell’alveo del bacino di disponibilità fissato dal Protocollo d’Intesa. E quindi senza alcun aut aut.

Sud Elettra

Vertenza con nervi scoperti anche quella che coinvolge i 48 dipendenti dell’azienda. In questo caso, a differenza di Bytest, che non ha problema di commesse e contratto in seno al petrolchimico, Sud Elettra ha recentemente aperto la procedura di cassa integrazione tampone (fino al 31 dicembre 2019) e il contestuale licenziamento collettivo. I quali, dal canto loro, manifestano da giorni davanti agli uffici direzionali, rivendicando tre mensilità, la tredicesima e il riconoscimento di welfare, elemento perequativo e fondi complementari. L’azienda avrebbe concesso un’apertura sulla mensilità di novembre e per la tredicesima, impegnandosi anche a saldare il salario di dicembre in tempi brevi. Ma i lavoratori non si fidano e lo stato di agitazione permane.

Cosmi Sud

Ultimo ma solo in ordine di tempi e non di importanza è il caso Cosmi Sud. Nel pomeriggio è atteso un incontro per l’apertura di una proroga della cassa integrazione ordinaria.


Redazione
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