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Viaggio di vita verso la vita


di Raimondo Giammusso

Viaggio di vita verso la vita
opinioni
12 Mar 2020

Es 11-12 descrivono l’ultima piaga che Dio manda sull’Egitto: la morte dei primogeniti.

Rileggendo in questi giorni questi due capitoli tratti dalla sacra scrittura (Esodo) coglievo una similitudine tra ciò che la chiesa ha iniziato col mercoledì delle ceneri cioè la quaresima, 40 giorni di preghiera carità digiuno che ci preparano alla pasqua, e l’esperienza del popolo di Israele che dopo 40 anni di schiavitù in Egitto viene liberato da questa dopo che Jahwè ha mostrato la sua gloria contro l’arroganza del faraone.

E’ una quaresima strana, un periodo che non avremmo mai immaginato di vivere così intensamente, intriso di paura, morte, desolazione, smarrimento, a partire dalla psicosi che serpeggia nel popolo, alle dispute tra scienziati (chi minimizzava e chi estremizzava), sino ai nuovi “lazzaretti” di manzoniana memoria affollati e vicini al collasso. Ma questo è anche un periodo carico di forza di speranza di preghiera: emerge l’uomo con le sue fragilità con le sue debolezze, ma si rafforza il senso dello stare insieme, della famiglia, della solidarietà ed abnegazione fino allo sfinimento delle forze. Scopriamo una umanità che se pensava di essere autosufficiente, di fare a meno di tanti valori sorpassati, antichi e vetusti, si riscopre carica di potenzialità e gesti mai espressi o dati per scontati.

Il coronavirus mi sta permettendo di riflettere sulla mia vita che forse col tempo si è incanalata su vicoli ciechi su scelte apparentemente di vita ed Invece erano intrise di egoismi, superbia e viltà. E’ come essere salito su un treno che  mai avrei voluto prendere, su un vagone mai desiderato, con passeggeri mai conosciuti, per una destinazione imprevedibile. Il coronavirus è il bigliettaio che passa tra i passeggeri e chiede se……

Durante questo viaggio iniziato poco tempo fa guardo dal finestrino e vedo campi incolti, città silenti, strade vuote, negozi chiusi, altari spogli e candele spente, ma attraverso le finestre illuminate scorgo case affollate di vita dove mamma e papà sono tornati ad appropriarsi dei figli che per tanto tempo sono stati delegati ad altre strutture educative e sportive. Vado avanti tra vagoni affollati da persone che digita su una tastiera o che legge un libro, che non ha voglia di parlare che sta a debita distanza. A stento riconosco qualcuno poiché il volto è coperto da mascherine per proteggersi: mi proteggo anzi mi difendo  dall’altro dal mio simile che è diventato improvvisamente il mio nemico. Arrivo alla testa di questo lungo convoglio stanco, scoraggiato, deluso: dico tra me che forse……

Non so perché, forse la curiosità, ma ho voglia di parlare col macchinista di sapere dove il treno finirà la sua corsa. Ma la mia è domanda che sembra avere già una risposta. Apro la cabina dei comandi e con mio grande stupore non trovo il coronavirus che ha in mano i comandi del treno, ma trovo il volto dei tanti medici, infermieri, volontari, uomini e donne di buona volontà che stanno facendo l’impossibile per frenare la pazza corsa del treno verso il nulla, il vuoto esistenziale che si tinge di…..

Torno a sorridere, scompare la mia stanchezza, la mia delusione e corro indietro tra i vagoni per dire a tutti che c’è qualcuno che sta lottando con noi e per noi; come d’incanto vengono tolte le mascherine, ritorna la forza perduta e la speranza delusa. Mi affaccio dal finestrino e il paesaggio di prima si riveste di Vita …..

L’Homo homini lupus è scomparso; ha preso il sopravvento Gloria Dei vivens homo. Se la ripeto ora è solo per ricordare che la stima, il rispetto, l’amore anzi la passione per l’uomo sono nel cuore di ogni uomo di buona volontà da sempre, e non hanno dovuto aspettare che arrivassimo al coronavirus per accorgercene.

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Raimondo Giammusso
Sacerdote salesiano, amico e lettore di Today24. Una vita dedicata agli «ultimi» è stato parroco a San Domenico Savio. Appassionato di Sport, scrive su temi sociali