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CARABINIERI | Ha 22 anni

Delia: omicidio fratelli La Monaca, romeno in carcere. «È l’assassino». Incastrato dall’esame del Dna


di Redazione

Delia: omicidio fratelli La Monaca, romeno in carcere. «È l’assassino». Incastrato dall’esame del Dna
cronaca
29 Set 2020

È un romeno di 22 anni, Florin Scurtu, l’uomo sospettato di aver assassinato i fratelli Calogero e Filippo La Monaca, di 76 e 74 anni, avvenuto nelle campagne di Delia il 14 giugno scorso. Un delitto compiuto con efferata crudeltà. Furono i militari del comando stazione a trovare il cadavere di Filippo La Monaca, semicarbonizzato, in un terreno di contrada Deliella, proprietà della famiglia della vittima. Sul posto i militari, accedendo da una stradina rurale che immetteva nella proprietà, rinvenivano, inoltre, un’ampia e vistosa chiazza di sangue con segni di trascinamento che conducevano sino ad un immobile, all’interno del quale veniva trovato il corpo dell’altro fratello, Filippo La Monaca.

«Sin dai primi accertamenti – spiegano i Carabinieri, che stamattina hanno descritto le risultanze delle indagini nel corso di una conferenza stampa – svolti emergeva che si fosse in presenza di un duplice omicidio commesso con modalità particolarmente violente, mediante l’utilizzo quale arma del delitto di alcuni massi, rinvenuti sul luogo, intrisi di sangue. Tale dato, poi avvalorato dagli esiti dell’autopsia, consentiva di ritenere che ci si trovasse in presenza di un delitto riconducibile all’azione di uno o più soggetti che, verosimilmente, dovevano aver avuto un alterco con le vittime, poi tragicamente culminato nell’omicidio».

«Le prime attività d’indagine – spiegano ancora gli investigatori – coordinate dalla Procura di Caltanissetta, si ponevano un duplice obiettivo: circoscrivere, con la maggior precisione possibile, l’arco cronologico in cui poteva essere stato commesso il delitto e ricostruire la cerchia relazionale delle vittime per individuare soggetti che potessero aver avuto rapporti o contrasti con le stesse. Per quanto attiene al primo punto le emergenze investigative consentivano di individuare un arco temporale ben preciso, tra le 16.05 e poco prima delle 18, così come avvalorato dalle conclusioni cui perveniva il medico legale sull’ora del decesso, in sede di esame autoptico. Quanto al secondo aspetto assumevano notevole importanza per le indagini: l’esecuzione di mirate attività di sopralluogo, il campionamento del DNA di alcuni soggetti coinvolti nelle indagini, l’acquisizione delle immagini del giorno del delitto presso impianti di video ripresa di possibile interesse, perché attigui alla località in cui si consumava il delitto, nonché l’analisi del traffico telefonico sull’utenza in uso alle persone offese».

Al termine della complessa attività investigativa, attuata mediante articolate operazioni tecniche supportate dal Raggruppamento Operativo Speciale e dal Ris di Messina, corroborata significativamente da accertamenti tecnico scientifici effettuati dal Ris di Messina, sabato veniva sottoposto a fermo il giovane romeno di 22 anni nel corso di un operazione condotta da militari del Nucleo Investigativo di Caltanissetta, collaborati da uomini dello squadrone Carabinieri Cacciatori “Sicilia.

«A carico dello del giovane – spiegano i Carabinieri – venivano raccolti gravi indizi di colpevolezza circa il duplice omicidio dei fratelli La Monaca, aggravato dalla crudeltà consistita nell’accanirsi sulle vittime con più colpi scagliati con grosse pietre, ed avvalendosi della minorata difesa delle vittime, soggetti di età avanzata e, per quanto attiene a La Monaca Calogero, affetto da patologie motorie che ne limitavano la capacità di normale deambulazione. Per entrare più nel dettaglio circa il materiale probatorio raccolto nei confronti del soggetto si evidenzia che sulla portiera della Fiat Panda in uso alle vittime venivano trovate alcune tracce di sangue che, a seguito di analisi, hanno determinato un profilo genetico misto attribuibile a due diversi individui di genere maschile. Dall’analisi di detta mistura è stato possibile rilevare due profili genetici: quelli di Filippo La Monaca e di Florin Scrutu. Inoltre le risultanze dell’esame dei tabulati telefonici delle vittime e dell’indagato e delle immagini estrapolate da sistemi di video sorveglianza consentivano di acclarare la presenza del rumeno sul luogo del delitto, nonché i suoi successivi spostamenti a bordo di uno scooter, che veniva dallo stesso abbandonato qualche giorno più tardi nei pressi della campagna dei La Monaca».

Il giovane romeno, dopo le formalità, è stato associato in carcere. Ieri mattina, nel corso dell’udienza di convalida, ha ammesso le proprie responsabilità del gesto delittuoso, riconducendo il movente a un litigio per questioni di pascolo.


Redazione
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