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CORONAVIRUS

Gela: ambulanze in coda nella notte davanti al pronto soccorso Covid. Un positivo. Tempi d’attesa troppo lunghi


di Redazione

Gela: ambulanze in coda nella notte davanti al pronto soccorso Covid. Un positivo. Tempi d’attesa troppo lunghi
attualità
27 Ott 2020

Due ore per il tampone rapido, ambulanze in coda davanti al Pronto soccorso Covid dell’ospedale «Vittorio Emanuele». Dall’altra parte della città una madre contatta la Guardia medica ma al telefono non rispondono. Perché la linea a quanto pare non è attiva a causa di un guasto. Perché tutto questo accade nei giorni dell’emergenza coronavirus? Sul massimo impegno profuso dall’Asp 2 nessuno muove alcun dubbio. Il manager ha attivato le Usca, il tracciamento funziona malgrado l’impennata di casi tra Gela e Niscemi, il repart Covid di Gela è di nuovo attivo. Ma poi, durante una notte come quella appena trascorsa, si apre qualche falla. Serve fare ancora meglio e di più.

Proviamo a riavvolgere il nastro.

Ieri sera c’erano tre ambulanze nel parcheggio del pronto soccorso, tutte con a bordo un paziente Covid. Sono stati sottoposti a tampone veloce: uno, un gelese, è risultato positivo. Gli altri due, un gelese e un soggetto di Niscemi, non hanno per fortuna il virus. Ma a far lamentare familiari e operatori sanitari è stata la macchinosità del tempone: due ore per l’esito.

«Non si comprende – raccontano a Today24 – come mai sia trascorso tutto questo tempo, un tampone rapido richiede mezz’ora al massimo».

Scremato il disagio per l’attesa toccata a soccorritori e malati quello che apre una necessaria riflessione è il seguente quesito: è se fosse accaduto un incidente? Un incendio? Una richiesta di soccorso? Un infartuato?

Ebbene, con le due ambulanze di Gela e una terza di Niscemi in coda al Vittorio Emanuele, la quarta ambulanza sarebbe dovuta arrivare da Riesi.

Non è tutto. Finite le operazioni di trasporto Covid l’ambulanza non può essere operativa fino a quando non viene sanificata. Deve arrivare la ditta da Caltanissetta «con tempi di attesa – ci riferisce una fonte – di circa un’ora dovuti al viaggio». Quindi due ore per in tampone, un’ulteriore ora per la sanificazione.

Ora li abbiamo chiamati eroi, ma cosa possiamo chiedere ancora al 118? Siamo in emergenza e – suggerisce chi è del mestiere – forse è arrivato il momento di precettare le ambulanze delle associazioni (Procivis, etc) e metterle a disposizione dell’emergenza Covid, lasciando così i mezzi di soccorso del 118 a disposizione dell’utenza.

Capitolo guarda medica.

È un piccolo aneddoto ma anche questo merita di essere raccontato. Una madre, ieri sera, aveva la necessità di contattare la Guardia medica perché il bambino stava male. «Solo che – ci riferiscono – la linea telefonica esterna è guasta».

Così l’unico modo è quello di recarsi al Pta di via Butera. Ma la madre in questione aveva necessità urgente. Voleva avere il supporto del medico per dosare un farmaco al suo bambino. Alla fine si è rivolta al 118 e il medico dell’Emergenza le ha dovuto fare una “consulenza telefonica”.

Con i ringraziamenti e le benedizioni del caso.

Considerazione finale. Vero è che il 118, il responsabile, la centrale operativa, medici e operatori rappresentano un’eccellenza della Sanità provinciale. Ma forse bisogna ripensare a qualche accorgimento per alleggerire il loro lavoro.

Almeno in queste settimane che ci attendono. E che metteranno i nostri eroi di fronte a un nemico spietato: il Covid.

(L’immagine è di repertorio – Foto Google)


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.