Niscemi, la Cassazione boccia il ricorso sul Muos. «Regolare l’iter seguito dalla Regione per autorizzare l’opera»
di Redazione

La procedura seguita dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente per la realizzazione del Muos fu corretta. Lo aveva sancito qualche anno fa il consiglio di giustizia amministrativa e ora lo conferma anche la corte di cassazione a sezioni unite con un’ordinanza in cui sono racchiusi i motivi per i quali il presidente Pietro Curzio (relatore Lina Rubino) ha ritenuto infondato il ricorso presentato dal Comune di Niscemi. L’autorizzazione risale al 2013. La realizzazione delle antenne americane del Muos sono state al centro di una controversia burocratica e amministrativa. Prima l’ok all’installazione del sistema satellitare americano da parte di tutti gli organismi regionali (compreso il Comune di Niscemi), poi la revoca da parte della Giunta regionale della Sicilia per la prosecuzione dei lavori e poi la “revoca della revoca” da parte del dirigente generale dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, con la quale 8 anni fa si è conclusa la procedura burocratica.
Ne è sorto un contenzioso prima al Tar e poi al Cga. Durante questo grado di giudizio i giudici, prima ancora di decidere nel merito della questione, hanno dato incarico a diversi tecnici affinché si valutasse l’impatto sanitario del sistema delle telecomunicazioni americano nel territorio e poi se la procedura adottata dall’assessorato regionale Territorio e ambiente con la “revoca della revoca” dell’indirizzo della Giunta regionale fosse stata corretta. I giudici del Cga – dopo il deposito delle consulenze tecniche – alla conclusione del procedimento, hanno escluso che “la realizzazione del progetto e le emissioni elettromagnetiche derivanti dalla realizzazione dell’impianto Muos comportino un rischio per la salute umana e per la sicurezza del traffico aereo”.
Contro la decisione del Cga il Comune di Niscemi aveva presentato ricorso in Cassazione ritenendo che l’ente non fosse stato «messo in grado di partecipare a mezzo di propri legali alle riunioni e che siano state introdotte nella verificazione documentazioni prodotte dall’ambasciata americana che non facevano parte del giudizio». Ma tutti i motivi sono stati ritenuti infondati così si chiude definitivamente il contenzioso amministrativo tra il ministero della Difesa e il Comune di Niscemi, quest’ultimo condannato a pagare 10 mila euro allo stesso ministero.
