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Dopo Gela l’Eni chiude Priolo e Brindisi, Cgil protesta contro la fine della chimica


di Redazione

17 Gen 2025

«Governo e Eni cancellano la chimica di base dall’Italia, e condannano così l’industria del Paese al declino». Se ne discuterà mercoledì, nella conferenza organizzata a Roma da Cgil nazionale e Filctem Cgil. Dopo Gela, infatti, la fine della chimica di base si materializza anche per i siti si Priolo Gargallo e Brindisi. Il sito di contrada maroglio è oramai fermo da anni. L’Eni scelse di puntare sulla sola raffinazione del greggio e poi di riconvertire l’impianto in bioraffineria. E proprio in questi giorni battezza a Gela il primo impianto Saf.

Nella nuova linea sarà prodotto il sustainable aviation fuel, ovvero il carburante sostenibile per i jet. Nella stessa giornata l’appuntamento con la conferenza della Cgil, a Roma, nella sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, a Piazza Montecitorio. «La scelta di Eni Versalis di chiudere anche gli ultimi due impianti di cracking a Priolo e Brindisi, dopo quelli di Gela, Porto Torres e Porto Marghera, mette a rischio anche i siti di Ferrara, Mantova e Ravenna. Comporta quindi la perdita di migliaia di posti di lavoro e la distruzione di un pilastro strategico del nostro sistema industriale, poiché l’80 per cento dei prodotti della chimica viene utilizzato da altri settori. Questo esporrà l’intero apparato industriale italiano a una ulteriore dipendenza energetica e a una diminuzione aggiuntiva della competitività a livello globale, contribuendo ad accelerare il declino già evidente dopo 22 mesi consecutivi di calo della produzione». Nell’incontro di Roma parleranno il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli e Francesco Basile, professore di Chimica industriale dell’Università di Bologna.


Redazione
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