Gela: tornano gli assembramenti, 40 minuti di coda sul lungomare. Ma il rischio è ancora troppo alto
di Redazione

Domenica, ore 12. Quaranta minuti in coda per transitare da punta a punta del lungomare Federico II, nel tratto «storico», per intenderci, dalla bretella Borsellino all’incrocio con via Amerigo Vespucci (Calvario). Ci scrive un automobilista imbottigliato nel traffico, e ci racconta di auto a passo d’uomo, assembramenti a gogo sui marciapiedi. Verifichiamo. Arrivano varie conferme. Pure quella di un rappresentante delle istituzioni. Certo, la bellezza del lungomare, i bar, i primi segnali di frenata del virus… invitano a riprenderci la nostra vita normale. E naturale, siamo stanchi, al limite. I numeri sono confortanti. Ma, c’è un ma. Il rischio è ancora elevato. Molto alto. Questa sera, il bollettino dell’Asp (aggiornato a ieri, 13 dicembre alla mezzanotte), ci offre la seguente istantanea: 413 in atto positivi, dei quali 378 in isolamento e 35 ricoverati (3 in Rianimazione). Ieri si sono registrati 12 nuovi casi a fronte di 42 guariti. Dati nettamente in calo. Ma abbassare la guardia sarebbe folle. Gela, da inizio epidemia, ha infatti pagato un prezzo altissimo: 1.170 contagiati, 13 vittime. E troppe mascherine sono tornate in tasca o dimenticate.
Continuiamo a essere responsabili e a voler bene alle persone fragili che ci circondano.
