Perseguitava l’ex moglie con l’aggravante di attuare condotte censurabili anche nei confronti di un amico di lei che riteneva esserne lo spasimante. Queste le accuse che sono costate l’arresto (ai domiciliari) nei confronti di un uomo di 43 anni (C.G. le iniziali). «Le indagini preliminari – spiega il procuratore capo di Gela, Fernando Asaro – traggono origine dalle denunce presentate dalla ex moglie, la quale lamentava le vessazioni subite da parte dell’ex consorte, odierno arrestato, sia in costanza di matrimonio qualificate quali maltrattamenti, sia dopo la separazione tra i due».

Le indagini sono state condotte dagli agenti della Polizia di Stato, in servizio presso la sezione giudiziaria in seno alla Procura.

«Nei confronti di C.G. – spiega il magistrato – la Procura ha già proceduto a esercitare l’azione penale nell’ambito di precedente procedimento con richiesta di rinvio a giudizio per il reato di maltrattamenti in famiglia e nonostante l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento, ha continuato a porre in essere condotte persecutorie in danno della moglie. L’uomo, sin dal momento della fine della relazione con la moglie, ha iniziato una persistente condotta di atti persecutori nei confronti di entrambi i soggetti, costringendo anche l’altra parte offesa a
presentare diverse querele».

Le indagini condotte dagli agenti, coordinate dalla Procura, hanno evidenziato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in capo all’indagato con riferimento al reato che gli è stato contestato.