Ricifari si presenta: «Torno in Sicilia coronando un sogno professionale, fare il questore nella mia terra»
di Redazione

Due giorni dopo il suo insediamento ufficiale il questore, Emanuele Ricifari, ha incontrato la stampa nell’aula Emanuela Loi. Nato a Catania, 58 anni, già questore a Cuneo, laureato in Giurisprudenza, sposato, papà di tre figli, ha ripercorso la propria carriera professionale, rispondendo alle domande dei giornalisti. Una carriera, la sua, iniziata nel 1988 da giovane funzionario di polizia al Reparto Mobile di Catania, e proseguita poi presso la Questura di Reggio Calabria, la scuola allievi agenti di Piacenza, la Questura di Piacenza, quella di Brescia, la neo costituita Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, la Questura di Cuneo e ora Caltanissetta. Nel corso di 32 anni di servizio il dr Ricifari ha ricoperto vari ruoli e funzioni all’interno della Polizia di Stato; volanti, squadra mobile, digos, vicario a Brescia e componente del gruppo di lavoro per la commissioni d’inchiesta sulla uno Bianca.

«Oggi – dice – chiudo un cerchio, partito dalla Sicilia da giovane funzionario di Polizia ci torno, dopo 32 anni, da questore. Per me è un onore ritornare tra la mia gente e anche il coronamento di un sogno. Volevo fare il questore in Sicilia».
«Tra i miei predecessori – dice – conosco Guido Marino, che ritengo uno dei miei maestri. Con cui ho lavorato quando era a capo della omicidi di Milano e io giovane funzionario a Piacenza. E Bruno Megale, che mi ha preceduto a Brescia e Giovanni Signer, mio amico fraterno».
È prassi per i questori nominati o in caso di avvicendamento, presentarsi dal capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, per il rituale saluto e una sorta di consegna sul compito assegnato.
«Il capo della Polizia – racconta Ricifari – mi ha detto di continuare a fare a Caltanissetta ciò che ho fatto a Cuneo, tenendo ovviamente conto delle peculiarità del territorio nisseno e, in particolare, prestando attenzione massima alle autorità locali di pubblica sicurezza, cioè ai sindaci dei comuni della provincia privi di uffici della Polizia di Stato, dando loro il giusto supporto in qualità di autorità preposte alla gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, specie in questo periodo legato al contenimento della pandemia da Covid-19».
Il questore, durante la conferenza, era affiancato dal vicario, primo dirigente Gaspare Calafiore, dal capo di gabinetto, Felice Puzzo e dal Capo della Squadra Mobile, Marzia Giustolisi, entrambi vicequestori. Presente anche il sostituto commissario Salvatore Falzone.
«Presterò – ha concluso – attenzione massima attenzione agli uffici di polizia giudiziaria e ai servizi di prevenzione e controllo del territorio. Caltanissetta ha la particolarità di essere una piccola città che gestisce i problemi grandi delle altre città, penso all’importante sede giudiziaria che ospita».
